5° assioma: Il passato si riflette nel futuro
Ciao cari Analogisti di oggi e del domani,
sono molto felice di scrivere in questo momento, nonostante il tempo sia sempre poco, questo nuovo articolo.
La vostra partecipazione di ieri, le vostre condivisioni, le vostre domande, i vostri dubbi, all’interno del nostro gruppo Facebook
https://www.facebook.com/groups/ArmandoStano sono per me vitali e fonte di ispirazione per aiutarvi a capire, attraverso tutti i miei canali social, la potenza degli strumenti che le Discipline Analogiche Benemegliane mettono a disposizione di chi vuole approfondire queste rivoluzionarie materie.
Quello che vi chiedo gentilmente è di non essere timidi nel chiedere, nel fare domande anche se credete che siano apparentemente banali.
Siamo tutti degli allievi di Stefano Benemeglio e siamo tutti qui per imparare ( chi più e chi meno) come utilizzare al meglio tutti gli strumenti delle Discipline Analogiche Benemegliane per migliorare in maniera DIVERSA (da come insegnano e ci raccontano gli esperti là fuori che credono di risolvere i problemi e i desideri delle persone principalmente a livello razionale), non solo il benessere e la nostra qualità di vita, ma anche quella di tutti gli altri che ci circondano e che ci stanno vicino.
Bene dopo tutto questo ” Pippone” passiamo ad un altro importantissimo assioma.
Anche questo può sembrare una banalità ma vedremo andando avanti quanto è importante.
Ricordatevi che questi assiomi vengono definiti assiomi base proprio perché sono fondamentali.
“Il passato si riflette nel futuro”
anche qui banalità estrema dal punto di vista logico ma dal punto di vista emotivo, invece, andiamo a vedere come questo passato si riflette nel futuro.
Tutte le esperienze della nostra vita con tutti gli esempi fatti sono rappresentate da condizioni ed esperienze che abbiamo già vissuto nella nostra vita.
Quando parliamo di quantitativo energetico, quantitativo emotivo al quale si aggancia il nostro inconscio stiamo quantificando delle esperienze che già sono avvenute nella nostra vita e che in qualche modo sono collegate e il filo che collega queste esperienze è l’aspetto emotivo, cioè l’emozione in sé.
Quel tipo di emozione simile che noi abbiamo vissuto nel nostro passato si ripresenta nel nostro presente e ci porta a rivivere determinate condizioni e situazioni.
Quindi oggi quando viviamo un turbamento ( disagio, problema) che sia legato al lavoro, alla realizzazione, alla famiglia ecc. quelle sofferenze, quelle dinamiche e quelle difficoltà vengono sempre collegate da un filo sottile che sono le esperienze emotive del nostro passato.
Il fatto che noi viviamo delle esperienze del nostro passato è legato soprattutto all’interpretazione che noi facciamo delle esperienze.
L’interpretazione è sempre soggettiva, come dice Stefano Benemeglio, la realtà è ineluttabile, è quella che è.
Quindi dipende sempre da soggetto a soggetto, da persona a persona.
Ecco perché una realtà identica paradossalmente per persone diverse rappresenta un’esperienza totalmente differente.
Facciamo un esempio: da piccolo papà mi ha detto
“Sei uno stupido”,
perché magari chissà per quale motivo si era arrabbiato e si è espresso in questo modo.
Papà mi dice
“Sei uno stupido”
è l’elemento oggettivo, ma poi come vado ad interpretare io quell’evento specifico, quell’evento oggettivo?
Lo posso interpretare per esempio come:
papà mi ha detto che sono uno stupido ma stava scherzando e, quindi, in quel momento io non prendo per vero il fatto che lui possa pensare che io sia uno stupido e mi costruirò la mia realtà e la mia personalità anche su questa mia interpretazione.
Oppure posso interpretarla in un altro modo:
papà mi ha detto che sono uno stupido però in quel momento stava scherzando, però scherzando si dice anche un po’ la verità e, quindi, forse effettivamente papà mi reputa un po’ stupido.
Anche qui mi costruirò la mia realtà in funzione della mia interpretazione.
Oppure addirittura posso interpretarlo come:
papà non stava scherzando, mi reputa uno stupido e, quindi in funzione di quella interpretazione mi costruirò tutto il resto della mia vita.
Ovviamente le interpretazioni sono infinite perché cambiano da persona a persona.
Ne possiamo trovare un’infinità ma in funzione di ogni interpretazione soggettiva poi ognuno si costruisce la propria realtà, le proprie strutture, le proprie sovrastrutture e le proprie credenze e la propria personalità.
Quindi è importante capire quanto l’interpretazione di un evento in sé possa significare per un individuo.
Spesso non ci sentiamo capiti o gli altri non si sentono capiti da noi perché ci raccontano delle loro esperienze oppure noi raccontiamo le nostre esperienze e vengono o sopravvalutate o sminuite, il tutto in funzione della soggettività.
Tante volte può succedere che un’esperienza che per noi è stata traumatica, per un’altra persona può essere una questione normale di vita quotidiana.
E quindi è lui che interpreta in maniera totalmente diversa anche la quantità dal punto di vista della percezione di questa sofferenza, di questo disagio.
Un esempio è quello in cui una mia cliente è venuta da me perché aveva delle difficoltà dal punto di vista della gestione delle relazioni, in particolar modo le relazioni sentimentali e sessuali e purtroppo è venuto fuori che effettivamente aveva subito degli abusi da piccola da parte del papà e la cosa che mi ha lasciato quasi stupefatto, in realtà poi con il tempo ti ci abitui anche, è vedere come effettivamente mi riportasse dal punto di vista logico, razionale queste esperienze quasi come se mi stesse raccontando
“Sai, ieri sono uscito con un mio amico e sono andata a bere una birra al pub”.
Ecco, con un’intensità emotiva pari ad una cosa normale di vita quotidiana.
Quindi questo per farti capire anche quanto effettivamente le esperienze possano essere valutate in maniera soggettiva.
Poi, è chiaro che lavorandoci insieme è venuto fuori quanto effettivamente aveva sofferto e questo è stato fondamentale per la risoluzione delle sue difficoltà.
Chiudendo adesso questa parentesi, riprendiamo l’assioma:
“Il passato si riflette nel futuro”
Questo assioma è fondamentale perché noi oggi pensiamo che siano le esperienze di questo momento della nostra vita che caratterizzano le difficoltà che stiamo vivendo.
Ricordiamoci sempre che non è mai l’esperienza attuale in sé che identifica dal punto di vista della sofferenza la sofferenza massima, ma c’è sempre un collegamento nel nostro passato e, come vedremo ancora nel corso delle prossime lezioni all’interno del Master Online in Comunicazione Analogica Strategica,
capiremo anche come andare a lavorare sia su di noi sia anche in relazione agli altri per poter fare in modo che queste necessità, queste sofferenze vengano in qualche modo appagate oppure ridotte proprio attraverso la CANV.
Nel prossimo post spiegherò un altro importantissimo assioma:
“La lingua batte dove il dente duole”
Ciao aspetto qui sotto le vostre domande, le vostre esperienze legate a questo assioma.