8° ASSIOMA: I limiti dell’individuo sono le proprie esigenze
Ciao ragazzi,
oggi come promesso, vi spiegherò e approfondirò l’ottavo assioma:
“I limiti dell’individuo sono le proprie esigenze”
Prima di parlare di questo fondamentale assioma mi farebbe piacere, dopo averlo letto o più tardi, che tu invitassi in questo fantastico gruppo tutte le persone che ti vengono in mente e che secondo te potrebbero trarre dei vantaggi dalla conoscenza di queste magiche, misteriose e affascinati materie: le Discipline Analogiche Benemegliane.
Tutti noi viviamo costantemente la vita in funzione di esigenze, necessità e bisogni da soddisfare!
Perchè quando questa esigenza è alta, ci agganciamo a quel tipo di persone che ci danno solo più o meno briciole..?
Perchè siamo automaticamente attratti da persone che alla lunga non ci soddisfano?
Perchè, se ci troviamo in una situazione di questo tipo, il rischio di conoscere solo persone che poi inevitabilmente ci tradiscono è alto?
Dopo aver letto tutto questo post di approfondimento sarai in grado di comprenderlo di più.
Nel caso durante la lettura ti venisse in mente una domanda, prima che te la dimentichi, puoi scriverla subito nei commenti qui sotto.
Per cui quando sei pronto, inizia pure.
“I limiti dell’individuo sono le proprie esigenze”
Questo lo abbiamo detto anche in maniera un po’ più indiretta attraverso gli altri assiomi che puoi ovviamente andare a leggere in questo sito.
Cosa vuol dire che
“I limiti dell’individuo sono le proprie esigenze”?
Le persone vivono costantemente la vita in funzione di esigenze importanti, esigenze emotive, esigenze fisiologiche, ecc.
In una comunicazione efficace, queste esigenze, se non sono calibrate e se non sono gestite in maniera tranquilla ed equilibrata possono metterti in condizioni di non essere in grado di vivere una vita felice in ambito lavorativo o privato o, contestualmente, in tutti e due i i due casi.
Attenzione!
Quando parlo di una una gestione equilibrata, ricordiamoci sempre che siamo esseri umani, quindi non possiamo immaginare che il nostro equilibrio sia totale e assoluto.
Questa è un’utopia.
L’equilibrio è un po’ come la differenza fra esigenza e appagamento delle nostre necessità, delle nostre difficoltà.
Facciamo un esempio: se io Analogista, o persona che sta comunicando, sto vivendo una difficoltà dal punto di vista dei rapporti con la famiglia di origine, ad esempio ho un turbamento, una difficoltà nella gestione del rapporto con mia madre…
…è chiaro che, se mi ritrovo in studio davanti un cliente che ha difficoltà nel rapporto con la mamma e il mio turbamento è forte, farò un’enorme difficoltà a gestire questo tipo di turbamento, perché sarò coinvolto nei confronti di questa esigenza.
Quindi, il lavoro di un bravo Analogista, o di un bravo comunicatore è quello di riuscire a ridurre in maniera sensibile le sue esigenze, i suoi turbamenti così da poter lavorare a 360° con i propri clienti fornendo un ottimale servizio.
(Nota: dal punto di vista pratico: turbamento = esigenza)
Di conseguenza ne viene fuori che se noi abbiamo un’esigenza, per esempio quella di essere amati, è ovvio che quell’esigenza per noi sarà anche un grosso limite, perché con la “bava alla bocca”, saremo sempre costantemente alla ricerca di quella persona che ci possa amare, ed essendo così talmente bramosi di trovarla, non riusciremo mai ad essere in grado di poter selezionare in maniera serena, tranquilla ed efficace quel tipo di persona ideale che può garantirci un appagamento completo di quell’esigenza.
Anche qui altro esempio pratico:
un mio cliente al primo appuntamento presso il mio studio di Roma, mi dice che ha chiuso la relazione con la sua partner e da quel momento in poi ha quasi un’ossessione nei confronti di quella persona.
La difficoltà consisteva nel fatto di non poterla vedere, il fatto di non poterla più toccare, di non poterci più parlare.
Continuava a pensarci tutti i giorni in maniera ossessiva.
Il punto è che viveva questa esigenza in maniera talmente forte dal punto di vista della paura di non essere considerato, quindi della considerazione e della stima, definita tecnicamente come “paura dell’abbandono affettivo”…
che bastava un minimo di considerazione da parte di una qualsiasi donna per farlo agganciare.
Nonostante questo aggancio sia il “minimo sindacale” che viene percepito, lui si agganciava comunque a queste persone, ma poi queste ultime non gli davano altro.
Briciole e niente più…
Quindi lui, alla fine, si ritrovava nuovamente ad essere abbandonato affettivamente.
Il punto allora è che riducendo questa esigenza (e il lavoro che abbiamo fatto insieme è stato proprio quello di ridurre l’esigenza di essere apprezzato e di essere tenuto in considerazione), non andremo più alla ricerca di quelle “briciole”, bensì di chi effettivamente ci può dare un grosso quantitativo di stima e considerazione.
Sembra quasi assurdo pensare un discorso del genere perché verrebbe in mente la sequenza logica che siccome l’esigenza è tanta tutti dobbiamo andare a cercare chi ci dà tanto. Invece non è così.
Se l’esigenza è grande, ci accontentiamo delle briciole, perché ci vengono date subito.
Mentre quando l’esigenza è ridotta significa che siamo in grado di avere un criterio di selezione più forte, più efficace dove scartiamo chi ci dà le briciole e nient’altro e ci concentriamo, invece, su chi ci dà qualcosa in più.
Anche quando dici o pensi “Quindi tutte le persone che mi tradiscono me le vado a trovare io?”…la risposta è sì.
Te le sei andate a cercare con il mirino e se non erano possibili traditori non andavano bene, non li identificavi come possibili partner perché , emotivamente parlando tutto ciò, è già accaduto…il collegamento di cui ti ho parlato prima:
il passato si riflette nel futuro
https://comunicazioneanalogicastrategica.com/5-assioma-il-passato-si-riflette-nel-futuro/
Può esserti successo di aver vissuto un tradimento, non solo dal punto di vista fisico-sessuale, parliamo di concetti un po’ più specifici, più elevati anche dal punto di vista psicologico, magari hai vissuto un tradimento da parte del papà o della mamma perché hanno tradito le tue aspettative.
Questa condizione tu la vai a ricercare costantemente nella vita (coazione a ripetere) e quando incontrerai degli ipotetici partner, la selezione che farai sarà legata proprio al coefficiente di difficoltà.
Quanto può essere traditore come il mio genitore causa, il genitore che mi ha tradito?
Più è simile, più per te diventa significativo, perché diventa un duplicante genitoriale e, quindi, di conseguenza te lo vai a cercare in maniera specifica.
Anche qui, spesso, mi fanno l’obiezione: “Ma non è possibile che me lo vado a cercare. Come faccio a sapere che una persona è traditrice se la conosco da questa mattina?”
Come insegno in modo più approfondito al Master Online, la nostra parte istintuale ha già percepito tutto di quella persona, tutto quello che potevamo sapere dal punto di vista emotivo-istintuale.
Se vuoi sapere come riconoscere se una persona è traditrice, non scordarti mai, quando ti porrai nuovamente questa domanda, che puoi imparare a riconoscerla, iscrivendoti al Master Online in Comunicazione Analogica Strategica.
https://comunicazioneanalogicastrategica.com/master-online
Se non ti è chiaro qualche passaggio, scrivi la tua domanda qui sotto e ti risponderò più presto possibile
Sentiti libero di invitare nel nostro gruppo FB: amici, parenti, persone a te care che vorrebbe scoprire, o a cui sarebbe utile entrare ora nel magico e misterioso mondo delle Discipline Analogiche